CCNL Metalmeccanica Piccola Industria: dopo l’incontro con Unionmeccanica-Confapi esteso lo sciopero

Dall’incontro sono emerse distanze tra la Parte datoriale e le Sigle che hanno esteso la mobilitazione a tutte le aziende Unionmeccanica-Confapi

Con un comunicato congiunto del18 marzo le OO.SS. Fim, Fiom e Uilm hanno fatto il punto su accaduto nel corso del quarto incontro, avvenuto il 17 marzo, con Unionmeccanica-Confapi per discutere del rinnovo contrattuale del CCNL Metalmeccanica Piccola Industria, scaduto il dicembre scorso. Al centro del dibattito i punti chiave della piattaforma: salario, riduzione dell’orario di lavoro, mercato del lavoro e molto altro. 
Per quel che concerne l’aspetto retributivo, la parte datoriale ha avanzato una proposta che, secondo quanto evidenziato dalle Sigle, andrebbe oltre la previsione Ipca-Nei, senza però fornire dati certi sia in termini di costi che di tempistiche. Inoltre, Unionmeccanica si è detta disponibile a considerare la clausola di garanzia ma, neppure in questo caso, ha dato indicazione circa i termini. Mentre, per quel che concerne l’elemento perequativo, l’incremento economico è legato all’andamento Ipca-Nei e la sua erogazione dovrebbe tenere in considerazione la presenza di eventuali welfare aziendali. Per i sindacati, questa proposta viene considerata limitativa. 
Fumata nera anche in materia di riduzione dell’orario di lavoro, in prima battuta si dovrebbe decidere per la riduzione a livello aziendale e in seguito nazionale; stessa cosa per la regolamentazione del mercato del lavoro. Infatti, per la limitazione dei contratti non a tempo determinato e per i percorsi di stabilizzazione non è stata data disponibilità alla presa in considerazione delle richieste, tanto meno alla definizione di un Protocollo di Partecipazione. 
Alla luce di quanto emerso dall’incontro, le Sigle hanno deciso di estendere la giornata di sciopero prevista per il 28 marzo anche a tutte le aziende Unionmeccanica-Confapi. 

Disabilità: la nuova procedura per la trasmissione dei dati socio-economici

Illustrate le nuove modalità che possono essere gestite dall’assistito successivamente all’invio del certificato medico introduttivo (INPS, messaggio 18 marzo 2025, n. 950).

L’INPS informa che, a seguito dell’accertamento della condizione di disabilità, la trasmissione dei dati socio-economici può essere effettuata dall’assistito successivamente all’invio del certificato medico introduttivo da parte del medico certificatore, accedendo al nuovo servizio rilasciato sul Portale dell’Istituto, denominato “Dati socio-economici prestazioni di disabilità”.

In effetti, il D.Lgs. n. 62/2024 convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 15/2025, ha riformato anche i criteri e le modalità dell’accertamento della condizione di disabilità, affidandola in via esclusiva su tutto il territorio nazionale all’INPS a partire dal 1° gennaio 2027. Tuttavia, la separazione tra l’accertamento e la verifica delle condizioni socio-economiche è rimasta invariata.

Attraverso il nuovo servizio, i soggetti in possesso di identità digitale SPID almeno di Livello 2, CNS o CIE 3.0 possono autocertificare e trasmettere le proprie condizioni reddituali, familiari, lavorative e ogni altra informazione richiesta dall’INPS per consentire la verifica del diritto all’eventuale prestazione economica riconosciuta.

La stessa modalità può essere utilizzata dalle associazioni di categoria.

Gli istituti di patronato possono utilizzare, invece, il servizio tramite il “Portale dei Patronati” (con le modalità indicate nel messaggio INPS n. 4684/2023).

Infine, l’Istituto comunica che per le domande di invalidità civile inoltrate entro il 31 dicembre 2024 negli ambiti territoriali interessati dalla sperimentazione avviata dal 1° gennaio 2025, nonché in tutti gli altri ambiti non ancora coinvolti nell’attuazione della riforma, si continuerà a utilizzare per l’inserimento dei dati socio-economici la procedura attuale, tramite accesso al seguente servizio: “Verifica dati socio-economici e reddituali per la concessione delle prestazioni economiche”.

CCNL Scuola: sequenza contrattuale sul contratto di ricerca

L’importo del contratto di ricerca non può essere inferiore al  trattamento iniziale spettante al ricercatore

Il 18 marzo è stato sottoscritto dall’ARAN e da Cisl-Fsur, Flc-Cgil, Uil Scuola Rua, Snals Confsal,Gilda Unams, Anief il CCNL relativo alla sequenza contrattuale sul Contratto di ricerca ex art. 22 L, n. 240/2010. 
Viene, innanzitutto, stabilito che l’importo del contratto non può comunque  essere inferiore al  trattamento iniziale spettante al ricercatore confermato a tempo definito e non può  essere superiore al trattamento iniziale spettante al ricercatore confermato a tempo  pieno.
Inoltre viene precisato che i contratti di ricerca non danno luogo a diritto di accesso al ruolo dei soggetti ex art. 22 L.240/2010, né possono essere computati ai fini di cui all’art. 20 D.lgs  25 maggio 2017, n. 75.